CULTURA
Dove ammirare alcune delle più belle statue dell'antichità
Alcune statue sono dei veri e propri capolavori, testimonianze storiche del passato del continente europeo dove sono fiorite le civiltà classiche.
Queste statue per la loro bellezza, per la fedele riproduzione dei dettagli reali e per la loro imponenza sono ammirate in tutto il mondo: molte di queste, infatti, sono alte oltre due metri proprio per conferire una maggiore maestosità.
Ecco dove ammirare alcune delle più belle statue classiche dell'antichità, dal mondo greco fino a quello romano.
Wikimedia Commons, Getty Images
Dove ammirare queste magnifiche statue dell'antichità
Alcune statue sono dei veri e propri capolavori, testimonianze storiche del passato del continente europeo dove sono fiorite le civiltà classiche. Queste statue per la loro bellezza, per la fedele riproduzione dei dettagli reali e per la loro imponenza sono ammirate in tutto il mondo: molte di queste, infatti, sono alte oltre due metri proprio per conferire una maggiore maestosità. Ecco dove ammirare alcune delle più belle statue classiche dell'antichità, dal mondo greco fino a quello romano.
Venere di Milo (130 avanti Cristo): museo del Louvre, Parigi
La Venere di Milo è una scultura di marmo alta 202 centimetri. Sulla base di un'iscrizione riportata sul basamento, andato poi perduto, si ritiene che si tratti di un'opera di Alessandro di Antiochia. La statua fu ritrovata spezzata in due parti in un terreno di un contadino, nel 1820, sull'isola greca di Milo. Alcuni studiosi ritengono che il personaggio ritratto non sia Afrodite (Venere per i Romani), perché non presenterebbe segni caratteristici tali da permettere una sicura corrispondenza con la Dea dell'amore.
Merulana, Wikimedia Commons
Statua equestre di Marco Aurelio (176-180 dopo Cristo): musei Capitolini, Roma
Questa imponente scultura bronzea ritrae l'imperatore, filosofo e scrittore romano Marco Aurelio. L'autore dell'opera è sconosciuto. Il valore storico-artistico della statua è altissimo, poiché quasi tutte le statue bronzee dell'antichità sono state fuse a partire dal crollo dell'Impero romano d'Occidente per ricavarne metallo, da utilizzare per altri scopi. Si ritiene che la scultura fu realizzata immediatamente dopo la morte di Marco Aurelio e nel corso dei secoli la sua collocazione è cambiata numerose volte.
Xp8888, Wikimedia Commons
Satiro danzante (IV-II secolo avanti Cristo): museo del Satiro danzante, Mazara del Vallo (Sicilia)
L'autore di questa opera bronzea che ritrae un satiro - figura mitologica accostata alla divinità greca Dioniso - è sconosciuto. È incredibile la storia del recupero della statua: nel luglio 1997, un peschereccio ripescò casualmente una gamba di una scultura bronzea dai fondali del Canale di Sicilia. Nella notte fra il 4 e il 5 marzo 1998, lo stesso peschereccio riportò a galla da 500 metri sotto il livello del mare il resto della scultura, che oggi è ancora conservata in Sicilia.
Cronide di Capo Artemisio (480-470 avanti Cristo): museo Archeologico nazionale, Atene
La statua rappresenta una figura maschile probabilmente protesa nel lancio di un fulmine o di un tridente, dunque dovrebbe ritrarre Zeus o Poseidone. L'opera fu ritrovata nei fondali marini dell'isola greca di Eubea, nei pressi di un relitto di una nave, presumibilmente romana.
Livioandronico2013, Wikimedia Commons
Nike di Samotracia (II secolo avanti Cristo): museo del Louvre, Parigi
La Nike venne presumibilmente scolpita a Rodi in epoca ellenistica e l'autore è sconosciuto, ma alcuni studiosi attribuiscono la paternità della statua a Pitocrito di Rodi. La struttura ritrae Nike, la giovane dea alata che simboleggia la vittoria sportiva e bellica.
AlMare, Wikimedia Commons
Bronzi di Riace (V secolo avanti Cristo): museo Nazionale della Magna Grecia, Reggio Calabria
I famosissimi Bronzi di Riace sono considerati tra i più significativi capolavori scultorei dell'età classica, anche se non abbiamo dettagli che permettano di attribuire con certezza le opere ad uno specifico scultore. Le statue furono ritrovate il 16 agosto 1972 da un sub dilettante a otto metri di profondità: il sommozzatore notò il braccio sinistro di una delle due statue, unico dettaglio che emergeva dalla sabbia.
Lupa capitolina (490-480 avanti Cristo): musei Capitolini, Roma
Inizialmente la scultura raffigurava solo la leggendaria lupa che avrebbe nutrito Romolo e Remo: i gemelli furono aggiunti solo in seguito, nel XV secolo dopo Cristo. Questa opera simboleggia lo storico mito della fondazione di Roma e rappresenta l'immagine per eccellenza della città, diventando l'emblema della gloriosa storia degli antichi romani.
Naples National Archaeological Museum, Wikimedia Commons
Doriforo di Policleto (V secolo avanti Cristo): museo Archeologico Nazionale, Napoli
Il Doriforo originale di Policleto è andato perduto, ma la versione più nota e ammirata è quella conservata a Napoli, che ritrae fedelmente, secondo gli studiosi, la versione originale. La statua rappresenta un doriforo, ovvero un portatore di lancia, e fu ritrovata durante gli scavi archeologici vesuviani nel 1797.
Lalupa, Wikimedia Commons
Atlante Farnese (II secolo dopo Cristo): museo Archeologico Nazionale, Napoli
La scultura raffigura il titano Atlante affaticato nel reggere il globo celeste sulle sue spalle. La particolarità di questa opera è che la sfera celeste è idealmente vista dall’esterno, quindi con le costellazioni rovesciate, rispetto alle raffigurazioni usuali, viste dal punto di vista della Terra. Sulla sfera si riconoscono l'equatore, i tropici e i due cerchi boreale e australe. È chiaro quindi perché l'Atlante Farnese sia un'opera fondamentale, in quanto rappresenta la più antica ed una delle più complete raffigurazioni delle costellazioni secondo le nozioni dell'epoca classica.
After Epigonus of Pergamum, Wikimedia Commons
Galata morente (230-220 avanti Cristo): musei Capitolini, Roma
L'opera originale era una scultura bronzea attribuita allo scultore ellenistico Epigono. La versione più nota è quella conservata a Roma e raffigura con estremo realismo un guerriero dei Galli morente, semi sdraiato e con il volto rivolto in basso. Il soggetto presenta i dettagli tipici del soldato celtico, dai baffi ai capelli lunghi e folti fino alla "torque", una collana tipica proprio delle popolazioni celtiche.
After Myron, Wikimedia Commons
Discobolo di Mirone (455 avanti Cristo): museo Nazionale romano di Palazzo Massimo, Roma
La statua originale, realizzata da Mirone, era in bronzo, ma successivamente ne sono state riprodotte diverse copie marmoree in epoca romana: tra queste, la migliore è quelle chiamata "Lancellotti", conservata a Roma. L'opera originale venne probabilmente realizzata per la città di Sparta e rappresentava un atleta nell'atto di scagliare il disco: questa scultura è universalmente acclamata per la fedele riproduzione dei dettagli anatomici e per la perfezione della descrizione dell'attimo precedente al lancio, quasi come se fosse uno scatto fotografico.
Emanuele Liali, Wikimedia Commons
Gruppo del Laocoonte (I secolo avanti Cristo-I secolo dopo Cristo): musei Vaticani, Città del Vaticano
Questa colossale opera scultorea descrive un famoso episodio citato nell'Eneide, ovvero la morte del veggente e sacerdote troiano Laocoonte. Questo è il racconto citato nell'Eneide: quando i greci portarono a Troia il celebre cavallo, il sacerdote capì l'inganno e avvertì i concittadini, ma la Dea Atena, che parteggiava per gli Achei, punì Laocoonte mandando due enormi serpenti marini a stritolare il veggente assieme ai suoi figli. La statua è apprezzata per l'intensità drammatica che comunica tramite l'espressione di Laocoonte, che mostra tutta la sua sofferenza fisica e mentale. Il suo corpo, invece, è raffigurato in torsione mentre cerca di liberarsi dalla stretta dei serpenti.